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Beget Corsi Innovation Coaching Webinar e Workshop

Innovation Coaching

Innovation coaching

I benefici che il coaching può portare ai processi di innovazione in azienda

L’innovazione è una delle chiavi del successo aziendale, ma spesso le imprese incontrano difficoltà di varia natura nell’attuare processi innovativi efficaci. 

Per rimanere competitive, le aziende hanno necessità di attivare processi finalizzati a migliorare continuamente i prodotti e servizi. Ma, nell’attivare tali processi, spesso, corrono dei rischi; le idee innovative, di norma, non hanno precedenti e quindi non è facile prevederne il successo.

In questo scenario, l’innovation coaching rappresenta una risorsa per supportare le aziende in tutte le fasi del processo di innovazione e per incrementare il tasso di successo delle loro innovazioni.

Focalizzandosi su un approccio collaborativo alla definizione e al raggiungimento di obiettivi, l’innovation coaching si rivolge all’organizzazione nel suo insieme, più che ai singoli individui. Inoltre, rispetto al coaching tradizionale, comprende una gamma più ampia di discipline quali la progettazione organizzativa, l’innovazione e il pensiero progettuale.

 

Quali sono i benefici dell’innovation coaching in azienda?

I benefici dell’innovation coaching

L’innovation coaching fornisce benefici all’azienda sotto molti punti di vista:

 

  • Soddisfazione dei bisogni dei clienti
    Può aiutare l’azienda a comprendere e soddisfare meglio le esigenze mutevoli dei propri clienti e a intercettarne di nuovi per ampliare la propria quota di mercato.
  • Creazione di una cultura dell’innovazione
    Crea le condizioni affinché le persone si sentano libere di identificare e risolvere problemi, condividendo idee e proposte in un ambiente non giudicante.  
  • Definizione di obiettivi chiari
    Tutte le aziende dovrebbero avere scopi e obiettivi chiari, ma molto spesso sono formulati in modo vago e si prestano a interpretazioni. L’innovation coaching è un valido supporto per definire gli obiettivi in modo chiaro e misurabile. Questa caratteristica è particolarmente utile nelle startup che si stanno avventurando in nuovi mercati.

  • Gestione del cambiamento
    Il cambiamento interrompe il normale funzionamento di un’azienda. Può essere interno – un cambio di management o di politiche aziendali –, o esterno – come l’innovazione tecnologica. Non di rado un processo di cambiamento ha ripercussioni sul successo dell’azienda a livello generale. Da qui deriva l’importanza di una gestione attenta e puntuale dei cambiamenti, così da ridurne al minimo gli impatti negativi.
  • Sviluppo del pensiero progettuale
    L’innovation coaching porta il pensiero progettuale dentro le organizzazioni, fornisce un approccio strutturato alla risoluzione dei problemi, alla generazione di idee e al processo decisionale.
  • Miglioramento delle prestazioni e crescita aziendale
    Le aziende che hanno sviluppato un’attitudine all’innovazione, identificano più facilmente le opportunità di miglioramento e, di conseguenza, crescono più velocemente di quelle che non innovano.

I livelli in cui agisce il coaching nel processo di innovazione

Il coaching, nel processo di innovazione, agisce su tre diversi livelli:

  • Culturale: avere una mentalità da coach significa liberarsi delle “idee bloccanti” legate all’innovazione, fare propri i principi che stanno alla base della cultura del coaching e, in definitiva, creare un ambiente in cui l’innovazione possa prosperare.
  • Sviluppo di competenze: le diverse fasi del processo di innovazione necessitano di ruoli e competenze diversi. Relativamente alle competenze, occorrono quelle legate alla definizione di obiettivi di innovazione chiari, alla gestione del rischio e alla creazione e gestione di team di innovazione.  
  • Metodologico: il coaching fornisce metodi, strumenti e tool indispensabili alla “pratica” quotidiana dell’innovazione in azienda come le tecniche per la generazione di idee creative, l’applicazione del design thinking e la gestione di feedback efficaci.

Esempi di successo

Ci sono molte aziende che hanno utilizzato con successo l’innovation coaching nei loro processi innovativi.

  • Google ha sviluppato prodotti come Google Maps, Google Earth e Google Docs.
  • Airbnb ha creato “Samara”, un design studio interno chiamato che ha lavorato allo sviluppo di nuove idee e soluzioni.
  • Procter & Gamble ha sviluppato il detersivo Tide Pods e il sistema di rasatura Gillette Fusion, migliorando anche la propria efficienza operativa.
  • Ford ha sviluppato tecnologie di guida autonoma e creato prodotti come il Ford Mustang Mach-E.
  • Infine, PepsiCo ha sviluppato prodotti come il Pepsi Max e migliorato la produzione di bevande in bottiglia.

In conclusione, l’innovation coaching fornisce un contributo concreto all’azienda nell’aumentare la sua efficienza, ridurre i costi e migliorare la qualità dei propri prodotti, servizi e processi interni. Conseguenza di ciò sono la maggiore soddisfazione e fidelizzazione dei clienti e, dunque, un maggior vantaggio competitivo.

 

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Beget Nuove Tecnologie

Deep Web

Cos’è il deep web?

Il deep web (web profondo) è una parte del World Wide Web che non è indicizzata dai motori di ricerca convenzionali e non è accessibile tramite i browser web normali. Questa porzione del web è costituita da contenuti che non sono facilmente accessibili al pubblico, come ad esempio pagine web private, banche dati, archivi di informazioni, intranet aziendali, email private e altre informazioni riservate.

Il deep web è spesso associato al dark web (web oscuro), che è una porzione del web profondo che richiede l’uso di software e configurazioni particolari per accedervi. Il dark web è noto per essere utilizzato per attività illegali come la vendita di droghe, armi, informazioni personali, attacchi informatici e altri reati informatici. Tuttavia, è importante notare che la maggior parte delle informazioni sul deep web non sono illegali o dannose, ma sono semplicemente inaccessibili alle ricerche convenzionali.

Foto di Christina @ wocintechchat.com su Unsplash

In percentuale di quanti siti web parliamo?

È difficile fornire una stima precisa della dimensione del deep web, poiché non esiste un modo affidabile per quantificare il numero esatto di siti web o di pagine web presenti. Tuttavia, alcuni esperti stimano che il deep web possa rappresentare oltre il 90% del web totale, con il restante 10% costituito dal web “superficiale” accessibile tramite i motori di ricerca.

Come si accede ai contenuti nel deep web?

L’accesso al deep web richiede l’utilizzo di un browser web specifico, come Tor, che consente agli utenti di accedere a siti web non indicizzati dai motori di ricerca convenzionali. Tor funziona attraverso una rete di server proxy anonimi distribuiti in tutto il mondo, che consentono di mascherare la posizione e l’identità degli utenti.

Per accedere al deep web tramite Tor, gli utenti devono scaricare il browser Tor dal sito ufficiale e installarlo sul proprio computer. Una volta installato, il browser Tor consente di navigare nel deep web in modo anonimo e sicuro, proteggendo la privacy degli utenti e nascondendo la loro posizione e identità.

Tuttavia, è importante notare che l’utilizzo del deep web e del browser Tor può comportare rischi, poiché molti siti web ospitati sul deep web possono essere illegali o contenere contenuti dannosi o pericolosi. Gli utenti devono essere consapevoli dei rischi e delle precauzioni necessarie per proteggere la propria sicurezza e privacy durante la navigazione nel deep web.

Cos’è Tor?

The Tor Project

Tor è un browser web open source gratuito progettato per garantire la privacy e l’anonimato online. Il nome “Tor” sta per “The Onion Router”, in riferimento al suo sistema di crittografia a strati, che permette di mascherare la posizione e l’identità degli utenti.

Attraverso una rete di server proxy anonimi distribuiti in tutto il mondo, Tor garantisce di mascherare la posizione e l’identità degli utenti. Quando si utilizza Tor per navigare in Internet, la connessione viene indirizzata attraverso diversi server proxy in modo casuale, rendendo estremamente difficile per gli altri utenti o organizzazioni tracciare la posizione o l’identità dell’utente.

Originariamente è stato sviluppato per fornire un modo sicuro per gli utenti di navigare in Internet in paesi con una forte censura e sorveglianza del governo, ma è diventato popolare anche tra coloro che desiderano proteggere la propria privacy online.

Foto di Franck su Unsplash
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Cos’è l’Alfabetizzazione Digitale

Cos’è l’Alfabetizzazione Digitale

 

Definiamo Alfabetizzazione Digitale:
L’alfabetizzazione digitale è la capacità di utilizzare i dispositivi digitali e le tecnologie per acquisire, elaborare, conservare e comunicare informazioni in modo efficace. Si tratta di un insieme di competenze digitali che sono sempre più importanti nel mondo moderno, dove la tecnologia digitale permea ogni aspetto della vita quotidiana e professionale.

 

Perchè è importante nella nostra società?

Le competenze di alfabetizzazione digitale sono diventate indispensabili per navigare nella società dell’informazione e della conoscenza. L’alfabetizzazione digitale non riguarda solo l’uso di dispositivi come computer, smartphone o tablet, ma anche la conoscenza delle reti informatiche, delle applicazioni software e delle risorse digitali disponibili.

L’alfabetizzazione digitale è essenziale in molti settori della vita moderna, dal lavoro alla scuola, dall’amministrazione pubblica alle relazioni sociali. Le persone che possiedono competenze di alfabetizzazione digitale possono svolgere compiti complessi, come la ricerca e l’analisi di dati, la creazione di contenuti digitali, la comunicazione via email o videoconferenza, la gestione di file digitali e l’uso delle piattaforme online.

Esiste l’analfabetismo digitale?

Sono tantissime le persone che non possiedono competenze di alfabetizzazione digitale adeguate. Persone anziane che non sanno utilizzare i dispositivi digitali in modo efficace, che non conoscono le funzioni basilari del software o che non sanno navigare in internet in modo sicuro e consapevole.

La mancanza di alfabetizzazione digitale può limitare l’accesso alle opportunità e ai servizi digitali, come l’istruzione online, il lavoro da remoto, l’e-commerce, la telemedicina e la partecipazione alla vita civica e politica. Inoltre, può esporre le persone al rischio di truffe online, furto di identità, violazione della privacy e altre minacce digitali.

Perchè è importante fare corsi accessibili a tutti?

E’ importante promuovere l’alfabetizzazione digitale tra tutte le persone, indipendentemente dalla loro età, sesso, cultura o livello di istruzione. L’alfabetizzazione digitale dovrebbe essere considerata un diritto umano fondamentale, in quanto favorisce l’inclusione sociale, la partecipazione attiva alla vita civica e la crescita economica.

L’alfabetizzazione digitale può essere insegnata attraverso programmi di formazione e corsi di istruzione, sia a livello scolastico che extra-scolastico. Gli insegnanti, gli educatori, i formatori e gli operatori sociali possono giocare un ruolo importante nel promuovere l’alfabetizzazione digitale attraverso l’insegnamento di competenze di base come la digitazione, la navigazione in internet, l’uso del software, la sicurezza online e la creazione di contenuti digitali.

Cosa possiamo fare per cambiare la situazione?

Possiamo considerare il digitale come una competenza essenziale per partecipare attivamente alla società moderna e sfruttare le opportunità offerte dalle tecnologie digitali. La promozione dell’alfabetizzazione digitale deve essere una priorità per le politiche pubbliche e le organizzazioni tra cui:

  1. I governi: i governi dovrebbero incentivare e sostenere programmi di alfabetizzazione digitale per aiutare i cittadini a sviluppare le competenze necessarie per navigare nel mondo digitale e partecipare alla società dell’informazione.
  2. Le scuole: le scuole dovrebbero introdurre l’alfabetizzazione digitale nel loro curricolo per preparare gli studenti alle sfide del mondo digitale e per garantire che siano in grado di utilizzare le tecnologie digitali in modo responsabile e sicuro.
  3. Le imprese: le imprese dovrebbero investire nella formazione dei loro dipendenti per garantire che possiedano le competenze necessarie per utilizzare le tecnologie digitali in modo efficiente e sicuro. Inoltre, le imprese possono collaborare con organizzazioni e istituzioni educative per promuovere l’alfabetizzazione digitale nella comunità.
  4. Le organizzazioni non governative (ONG): le ONG possono svolgere un ruolo importante nella promozione dell’alfabetizzazione digitale, in particolare nei paesi in via di sviluppo, dove l’accesso alle tecnologie digitali può essere limitato. Possono fornire formazione e supporto per aiutare le persone a sviluppare le competenze necessarie per utilizzare le tecnologie digitali in modo efficace e sicuro.

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Uomini e Donne in ambito Stem

Partecipazione femminile in ambito STEM?

Solo il 35% degli studenti universitari in ambito STEM sono donne, ma perchè?

La mancanza di partecipazione femminile in ambito STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) è un problema che affligge il mondo intero. Nonostante le continue campagne per promuovere la diversità di genere in queste discipline, l’indice di partecipazione femminile rimane molto basso.

Secondo un rapporto dell’UNESCO, solo il 35% degli studenti universitari in ambito STEM sono donne e questa percentuale si riduce ulteriormente all’aumentare del livello accademico. Solo il 28% dei ricercatori e degli ingegneri sono donne, con una percentuale ancora più bassa quando si parla di settori specifici come l’informatica e la tecnologia.

Foto di Jeswin Thomas su Unsplash

Ci sono molte ragioni per cui le donne sono sottorappresentate in questi campi. Uno dei principali fattori è la mancanza di modelli femminili. Spesso le ragazze non vedono abbastanza esempi di donne di successo in STEM e questo può impedire loro di perseguire tali carriere.

Quali sono i motivi alla radice di questo divario?

Gli stereotipi di genere possono influenzare la scelta di materia. Spesso si presume che le donne non siano abbastanza “forti” o “intelligenti” per interessarsi a campi tecnici. Questi stereotipi possono essere radicati fin dall’infanzia, dove le ragazze sono spesso esposte a giochi e giocattoli che incoraggiano le abilità sociali piuttosto che quelle tecnologiche.

La cultura maschilista all’interno di queste industrie può rappresentare un ostacolo per le donne che desiderano intraprendere una carriera in STEM. Le donne che lavorano in questi settori spesso si trovano a dover affrontare discriminazioni e pregiudizi di genere, il che può rendere questi campi meno accoglienti per le donne.

C’è anche un divario di genere nella retribuzione, dove le donne in STEM guadagnano meno dei loro colleghi maschi. Inoltre, le donne sono meno rappresentate nelle posizioni di leadership in queste industrie, il che rende ancora più difficile per loro scalare la scala gerarchica e avere un impatto significativo.

Le donne che scelgono le materie STEM che tipo di carriera hanno?

Non bisogna dimenticare che le donne che scelgono di perseguire una carriera in STEM sono talentuose e appassionate. Esistono molte organizzazioni che cercano di aiutare le donne a entrare in questi campi e raggiungere il loro massimo potenziale. Ad esempio, Girls Who Code e Women in Technology International sono due organizzazioni che mirano a incoraggiare e sostenere le donne in ambito STEM.

 

Foto di Kelly Sikkema su Unsplash

Cosa possiamo fare per incrementare la scelta STEM tra le studentesse?

È importante fare di più per promuovere l’uguaglianza di genere in STEM. Dobbiamo iniziare fin dall’infanzia, incoraggiando le ragazze a sviluppare le loro abilità tecnologiche e fornendo loro modelli femminili di successo da cui trarre ispirazione. Inoltre, dobbiamo lavorare per creare ambienti di lavoro inclusivi e essere accoglienti per le donne, combattere la discriminazione di genere e garantire pari opportunità in termini di retribuzione e progressione di carriera.

Sicuramente la mancanza di partecipazione femminile in ambito STEM è un problema complesso che richiede l’impegno di tutti per essere risolto. Dobbiamo lavorare per promuovere un cambiamento culturale che incoraggi le ragazze a intraprendere carriere in questi campi, fornendo modelli femminili di successo e sostenendo la partecipazione delle donne in tutte le fasi della loro carriera. Solo attraverso l’eliminazione delle barriere di genere potremo raggiungere una vera e propria parità di genere in ambito STEM e sfruttare il potenziale completo di tutte le menti e le abilità.

Deep Web

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Il Green Tech

Il Green Tech

Innovazione digitale in ambito Green

Cosa significa Green Tech

Il Green Tech può assumere molte forme diverse e riguardare molti settori dell’economia, tra cui l’energia, il trasporto, l’agricoltura, l’edilizia e l’industria. Alcuni esempi di tecnologie greentech includono:

  • Energia rinnovabile, come l’energia solare, eolica, idroelettrica e geotermica
  • Veicoli elettrici e ibridi
  • Materiali biodegradabili e riciclabili
  • Tecnologie per il risparmio energetico, come l’isolamento termico e l’illuminazione a LED
  • Tecniche agricole sostenibili, come l’agricoltura biologica e l’agricoltura di precisione
  • Sistemi di gestione dei rifiuti e del riciclaggio avanzati
  • Soluzioni per la depurazione dell’acqua e il trattamento delle acque reflue.

Il Green Tech è diventato sempre più importante negli ultimi anni in quanto sempre più persone si rendono conto dell’importanza di ridurre l’impatto ambientale delle loro attività. Anche i governi di tutto il mondo stanno promuovendo l’adozione di tecnologie Green Tech per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e di transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

 

L’Europa che tipo di interventi Green sta facendo

L’Unione Europea ha una serie di progetti Green Tech in corso per ridurre l’impatto ambientale dell’attività umana e per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi.

Alcuni dei progetti Green Tech in corso includono:

  1. Horizon Europe: è il nuovo programma quadro dell’UE per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027, che sostiene la ricerca e l’innovazione in una vasta gamma di settori, tra cui il Green Tech.
  2. Green Deal: si tratta del programma per l’economia a basso tenore di carbonio dell’UE, che mira a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Il Green Deal sostiene una vasta gamma di progetti, tra cui l’energia rinnovabile, la mobilità elettrica, l’efficienza energetica, l’agricoltura sostenibile, e altri.
  3. European Battery Alliance: si tratta di una collaborazione tra l’industria, la ricerca e i governi per sviluppare una catena di approvvigionamento europea per le batterie al litio e altre tecnologie di stoccaggio dell’energia.
  4. Clean Hydrogen Alliance: è una partnership tra l’industria, la ricerca e i governi per promuovere l’uso dell’idrogeno pulito come fonte di energia rinnovabile.
  5. Innovation Fund: è un programma di finanziamento dell’UE per progetti di innovazione che possono contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra.

 

Ascolta anche la puntata del podcast dedicata al Green Tech: 

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The Climate Book

The Climate Book 

by greta thunberg 

L’attivista per l’ambiente Greta Thunberg ha deciso di scrivere il libro chiamato ‘The Climate Book‘ per cercare di coinvolgere sempre più persone nella lotta al cambiamento climatico e sensibilizzare i governi di tutto il mondo. Il suo movimento, ormai celebre, conta numerose persone che ogni giorno cercano di cambiare l’approccio mondiale all’impatto sulla natura dell’uomo. 
Entriamo meglio in questo libro e cerchiamo di capirne l’obiettivo.

 

 

  • Perchè un libro contro il cambiamento climatico

Per sensibilizzare il pubblico sulla crisi climatica e sulle sue conseguenze. Da quando ha iniziato il suo sciopero scolastico per il clima, Greta ha cercato di attirare l'attenzione delle persone di tutto il mondo sulla necessità di affrontare la crisi climatica e di adottare misure urgenti per ridurre le emissioni di gas serra.
Il libro è una continuazione della sua attività di attivista per il clima e un modo per raggiungere un pubblico più ampio e diffondere la conoscenza sulla crisi climatica. Attraverso il libro, Greta cerca di fornire una comprensione approfondita della crisi climatica, delle sue cause e delle sue conseguenze, nonché di offrire soluzioni concrete per affrontarla.
Greta ha dichiarato che il suo obiettivo principale è di ispirare le persone a diventare attive e ad agire per affrontare la crisi climatica, perché solo attraverso l'azione collettiva possiamo affrontare con successo questa sfida globale. Scrivere un libro come "The Climate Book" è un modo per raggiungere un pubblico più vasto e diffondere il messaggio dell'urgenza di agire per salvaguardare il nostro pianeta.

 

  • Parte 1

La prima parte del libro, intitolata “Our House is on Fire” (“La nostra casa è in fiamme”), si apre con un messaggio di Greta alla generazione precedente, in cui esprime la sua preoccupazione per l’impatto del cambiamento climatico sul nostro pianeta. In questa sezione del libro, Greta racconta la sua storia personale e come è diventata attivista per il clima.

Greta spiega come si è resa conto dell’urgenza della situazione climatica e come ha deciso di agire per cercare di fermare il cambiamento climatico. Racconta anche della sua decisione di saltare la scuola per manifestare per il clima e dello sciopero scolastico che ha portato alla nascita del movimento Fridays for Future.

Inoltre, Greta fornisce informazioni sulle conseguenze del cambiamento climatico, inclusi gli effetti sulle specie animali e vegetali, sugli oceani e sulle comunità umane. La prima parte del libro si conclude con un appello a prendere sul serio la crisi climatica e ad agire subito per fermarla.

 

  • Parte 2

La seconda parte di “The Climate Book” di Greta Thunberg si intitola “What Is the Problem?” (“Qual è il problema?”). In questa sezione, l’autrice approfondisce la crisi climatica, analizzando le sue cause e gli impatti sul nostro pianeta.

Greta spiega che la principale causa del cambiamento climatico è l’attività umana, in particolare l’emissione di gas serra causata dall’utilizzo di combustibili fossili come il carbone, il petrolio e il gas. Discute anche dell’effetto serra e del riscaldamento globale, spiegando come questi fenomeni stanno causando l’aumento delle temperature globali, il cambiamento dei modelli di precipitazioni e il conseguente innalzamento del livello del mare.

In questa sezione, Greta analizza anche le conseguenze del cambiamento climatico sulla natura e sull’umanità. Parla della perdita di biodiversità, della desertificazione, dell’acidificazione degli oceani, delle estinzioni di massa e dei conflitti causati dalla scarsità di risorse naturali.

Greta sottolinea che la crisi climatica è un problema che riguarda tutti, indipendentemente dalla nazionalità, dalla religione o dallo status socio-economico. Infine, conclude questa sezione con un invito a comprendere la gravità del problema e a prendere misure urgenti per risolverlo.

 

 

 

  • Parte 3

La terza parte di “The Climate Book” di Greta Thunberg si intitola “What Can We Do?” (“Cosa possiamo fare?”). In questa sezione, l’autrice fornisce soluzioni concrete per affrontare la crisi climatica e suggerisce azioni che ogni individuo può adottare per ridurre il proprio impatto ambientale.

Greta spiega che il modo più efficace per affrontare la crisi climatica è attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra, in particolare attraverso la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Parla dei diversi settori dell’economia in cui le emissioni di gas serra sono particolarmente elevate, come l’energia, l’agricoltura e il trasporto, e spiega come queste industrie possono essere trasformate per ridurre le emissioni.

L’autrice sottolinea che non sono solo i governi e le grandi aziende a dover agire, ma anche ogni singolo individuo. In questa sezione, Greta fornisce suggerimenti pratici per ridurre le proprie emissioni di gas serra, come ridurre il consumo di carne, ridurre l’utilizzo dei trasporti privati, utilizzare energia rinnovabile e ridurre gli sprechi.

Infine, Greta sottolinea l’importanza dell’azione collettiva e del movimento per il cambiamento. Invita i lettori a unirsi a movimenti per il clima come Fridays for Future e a partecipare alle manifestazioni e alle azioni di protesta per richiamare l’attenzione dei governi e delle aziende sulla crisi climatica. Conclude la sezione affermando che la crisi climatica può essere affrontata, ma solo se tutti lavorano insieme per raggiungere questo obiettivo.

Foto di Markus Spiske su Unsplash
  • Come si lega The Climate Book di Greta Thumberg al Green Tech

Sono collegati in quanto entrambi si concentrano sulla necessità di affrontare la crisi climatica e di ridurre l’impatto ambientale dell’attività umana.

Il Green Tech è un insieme di tecnologie e processi innovativi che mirano a ridurre l’impatto ambientale dell’attività umana, attraverso l’uso di energie rinnovabili, l’efficienza energetica, il riciclaggio, l’agricoltura sostenibile, e così via. L’obiettivo è di creare un’economia più sostenibile e a basse emissioni di carbonio.

Greta Thunberg, nel suo libro “The Climate Book”, affronta la crisi climatica e cerca di sensibilizzare il pubblico sull’urgenza di agire per affrontarla. Nel libro, Greta fornisce una panoramica delle cause della crisi climatica e delle sue conseguenze, nonché delle soluzioni concrete per affrontarla. Inoltre, Greta si concentra sulla necessità di un cambiamento di paradigma nella società, sostenendo che dobbiamo affrontare la crisi climatica attraverso un cambiamento di valori e di stile di vita.

Entrambi, quindi, sottolineano l’importanza di ridurre l’impatto ambientale dell’attività umana e di adottare tecnologie e pratiche sostenibili per proteggere il nostro pianeta e le future generazioni.

 

Se davvero questo libro porterà nuovo risalto alla problematica ambientale allora Greta avrà fatto un’ottima mossa. Incrociamo le dita.

 

Deep Web

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Cos’è l’Alfabetizzazione Digitale

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Primo Soccorso, Bls-d (Adulto e Pediatrico)​

Primo Soccorso, BLS-D (Adulto e Pediatrico)

BeGet, in collaborazione con strutture specializzate, organizza corsi di Primo Soccorso e BLSD per contribuire alla formazione dei ‘laici’.

Il corso è rivolto a tutti, per sottolineare l’importanza di queste manovre e fare in modo che siano sempre più presenti persone informate e capaci sul tema.


Il corso di Primo Soccorso è strutturato in cinque moduli della durata di circa 2 ore ciascuno.

Ogni modulo ha al suo interno una parte teorica e una parte dimostrativa e pratica. Al termine dei cinque moduli sarà compilato un breve questionario a revisione delle lezioni, dopo il quale sarà rilasciato un certificato di partecipazione e superamento del corso.

I cinque moduli sono acquistabili in un’unica soluzione o singolarmente. Ogni modulo si svolgerà in una data specifica e sarà separato dagli altri (non è prevista propedeuticità).
Verrà rilasciato un certificato di partecipazione per ogni modulo. 

– Tutti i corsi sono tenuti da professionisti autorizzati e specializzati –


Il corso BLSD (Adulto e Pediatrico) dell’ARES 118 ha una durata di 6 ore. E’ possibile suddividere il corso in due moduli, Adulto e Pediatrico, della durata rispettivamente di 4 ore e 2 ore. Il corso prevede una parte teorica e dimostrativa delle pratiche indicate dall’ARES118 per le manovre di primo soccorso relative a questo modulo.

Al termine del corso sarà svolta un’esercitazione pratica al superamento della quale è subordinato il rilascio del certificato.

Il certificato è valido anche a fini curriculari.
– Il corso è tenuto da un team di istruttori accreditati presso un centro di formazione autorizzato dall’Ares118 – 

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Beget Corsi Webinar e Workshop

Corsi di Alfabetizzazione digitale

Alfabetizzazione Digitale

Cosa significa Alfabetizzazione Digitale?

Ognuno di noi ha un parente o un amico che non ha grande capacità digitali, che gran parte delle volte non è nella fascia più giovane della popolazione, e che fa richieste di aiuto su ‘come si inserisce un allegato alla mail’ oppure ‘come accedere alla propria mail’.

La pandemia covid-19 con i suoi lockdown, ha evidenziato il gap digitale importante tra le generazioni.

 

La risposta di BeGet APS a questa situazione è stata rapida e puntuale. 
Abbiamo organizzato conferenze online aperte a tutti in maniera totalmente gratuita per aiutare chi si è trovato in difficoltà con il mondo digitale.

 

Sul nostro canale YouTube ci sono alcune delle sessioni svolte nel 2020 durante il primo lockdown. 

 

Oggi le sessioni si tengono a cadenza regolare, alcune con tematiche prestabilite, altre invece aperte alle domande dei partecipanti. 

Durante le sessioni precedenti abbiamo affrontato:

– Windows & Mac. Differenze e funzionalità base;

– Navigazione online – informazioni di base;

– Creare una casella di posta Gmail;

– Uso di Google Drive per organizzare e condividere documenti;

– Uso di Google Forms per creare compiti in classe e questionari;

– Uso di WhatsApp. Versione mobile e desktop;

– Uso e configurazione di Whatsapp Business;

– Uso di Telegram;

– Piattaforme per la gestione di videoriunioni. Principali differenze e punti di forza di ognuna, regole di buona condotta;

– Uso di Google Meet – partecipare ad una riunione online, organizzare una riunione online;

– Uso di Microsoft Teams – partecipare ad una riunione online, organizzare una riunione online

– Uso di Zoom – partecipare ad una riunione online, organizzare una riunione online;

– Microsoft Excel – funzionalità di base.

 

– I corsi sono tutti tenuti da professionisti –

Continua a seguire il nostro corso:

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Beget Harvard Business Review

L’auto-empowerment femminile come strumento di equità sociale: la storia di Madame C.J. Walker

L’auto-empowerment femminile come strumento di equità sociale: la storia di Madame C.J. Walker

“I endeavour to provide employment to hundreds of women of my race”.

Madame C. J. Walker

L’imprenditrice afroamericana Breedlove, meglio conosciuta come Madame C.J. Walker, fondatrice nel 1910 della Walker Manifacturing Company, rappresenta ancora oggi un esempio per manager ed imprenditori che vogliono promuovere l’equità nei loro luoghi di lavoro.

Foto: Archivi Michael Ochs/Getty Images

Una storia di emancipazione

Figlia di mezzadri della Lousiana, madre e vedova a 20 anni, C.J. Walker è stata lavandaia e cuoca prima di diventare una ricca imprenditrice di successo, con un patrimonio che alla sua morte fu stimato in 600.000 dollari (pari a 6 milioni di dollari di oggi).

Come molte donne, a causa delle precarie condizioni igieniche del tempo, soffriva di caduta dei capelli, per questo sviluppò un proprio shampoo e una pomata ed iniziò a venderli porta a porta insieme al secondo marito.

In seguito sviluppò un modello di business di cui l’equità razziale era parte integrante e che, per questo motivo, contribuì in maniera significativa all’emancipazione delle donne afroamericane.

Tale modello di business si basava su tre elementi fondamentali:

  • Partecipazione;
  • Mobilità;
  • Educazione.

Il modello partecipativo d’impresa

Innanzitutto, Walker ha organizzato la propria impresa secondo un modello partecipativo finalizzato a rendere le sue agenti di vendita, le Walker Agents, delle vere e proprie co-proprietarie.

Ogni agente di vendita, infatti, poteva acquistare i prodotti Walker all’ingrosso e venderli al dettaglio, così da incrementare i propri profitti.

Il successo sul lavoro e l’indipendenza economica ha consentito a queste donne di far sentire la propria voce e renderle consapevoli dei propri diritti.

Foto: Everett Collection, Shutterstock. Fonte: Twitter/Pinterest

La mobilità economica

In secondo luogo, ha intenzionalmente favorito la mobilità economica in quanto convinta che rappresentasse lo strumento migliore per superare le barriere razziali, di genere ed economiche che lei stessa aveva sperimentato e dunque ben conosceva.

Ha costruito veri e propri corridoi di carriera in grado di far progredire la comunità, ad esempio sostenendo le sue agenti nell’avvio di spazi di vendita, finanziandoli completamente o prestando denaro con piani di rateizzazione convenienti.

Ha promosso una cultura solidale basata sull’empatia; questo ha consentito, ad esempio, ad una sua agente che aveva perso tutto in un incendio, di ricevere un contratto, l’autorizzazione a vendere per conto dell’azienda ed un piano di pagamento per acquistare nuovi prodotti nonostante le perdite che aveva subìto.

L’importanza della formazione

Infine ha finanziato e promosso opportunità educative per i dipendenti, in un momento storico in cui le leggi costruivano un sistema di caste razziali che negava agli afroamericani l’accesso all’istruzione.

Le scuole di bellezza e i corsi erano sia occasioni di formazione che strumento per creare professioniste del mercato del beauty; avere un diploma ed una certificazione da una scuola Walker significava spezzare le catene del lavoro umile e conquistare la libertà economica.

Foto: Collection of the Smithsonian National Museum of African American History & Culture

Le partnership con college ed istituti tecnici hanno spinto le istituzioni a creare laboratori per insegnare il programma Walker, con vantaggi per gli stessi college, le donne e la comunità tutta.

La formazione ha reso le donne afroamericane più sicure di sé ed ha promosso l’attivismo.

Walker ha stabilito una norma aziendale che organizzava le agenti di vendita in sezioni locali sotto un’associazione nazionale, così da legittimare la cultura della bellezza come professione, rafforzare i legami tra le agenti e incentivare le opere di beneficenza e di difesa della comunità.

L’eredità di Madame C.J. Walker

Walker credeva che l’impatto sociale generato avrebbe creato un’eredità al di là del business ed in effetti è stato così: i suoi valori e il suo marchio continuano a vivere dopo un secolo dalla sua morte.

Nel 2013 la società di bellezza Sundial Brands ha acquisito le linee di prodotti di Madam C.J. Walker e ne ha lanciato la distribuzione a Sephora.

Nel 2015 la Sundial ha ottenuto la certificazione B-Corporation, rendendo Sundial e il marchio Walker parte di una comunità imprenditoriale che lavora per ridurre la disuguaglianza e la povertà e costruire comunità più forti.

Infine, nel 2017, la vendita di Sundial a Unilever ha dato vita alla New Voices Foundation, che promuove la parità di genere e l’imprenditorialità femminile anche con programmi formativi.

La ex tenuta di Walker sul fiume Hudson, trasformata in un centro di formazione, accoglie i borsisti della fondazione che a loro volta promuovono l’equità attraverso il proprio lavoro.

“Using business as a force for good”

Nel 1932 il celebre giurista americano E.M. Dodd affermava: “(…) business is permitted and encouraged by the law primarily because it is of service to the community rather than because it is a source of profit to its owners” (Harvard Law Review).

Ci sono voluti quasi 80 anni per veder nascere negli Stati Uniti, nel 2010, le Benefit Corporation (B-Corporate) come forma giuridica; qualche anno in più affinché diventassero una realtà anche in Italia, dove oggi se ne contano più di 500, secondo “Società Benefit”, un sito di informazione sulle Società Benefit curato da B Lab e AssoBenefit.

Impegnandosi concretamente a generare un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente, le B-Corporate rappresentano una vera e propria rivoluzione etica nel mondo del business.

E noi non possiamo fare a meno di pensare all’impulso che è riuscita a dare a questa rivoluzione una giovane donna di umili origini della Louisiana, con la straordinaria forza di una semplice convinzione: “My object in life is not simple to make money for myself ”.

Per approfondire:

  • Il libro Madam C. J. Walker’s Gospel of Giving: Black Women’s Philanthropy During Jim Crow” di Tyrone McKinley Freeman disponibile qui.
  • La serie “Self-Made: la vita di Madame C.J. Walker”.